La silente invasione del tartufo iraniano – Video

La silente invasione del tartufo iraniano

Quando si nomina il cosi detto “tartufo estero” la mente va inevitabilmente a nazioni quali la Romania la Bulgaria e, in genere, altri paesi dell’est.

Anche se il caso più eclatante è rappresento dal tartufo cinese, il Tuber indicum. Che non è una minaccia, solamente, sotto il profilo economico ma anche ambientale. Difatti, innumerevoli tartufaie coltivate sono state letteralmente colonizzati da questa specie, tanto da indurre i legislatori italiani a proporre una legge che ne autorizza l’uso in piccole percentuali all’interno di salse e condimenti al tartufo purchè  preventivamente sterilizzati

Però,come se non bastasse, c’è un altra nazione “all’ orizzonte” che minaccia il comparto tartufigeno italiano: l’Iran

Come si evince dal video sottostante, che gira a mo’ di spot pubblicitario, in cui vengono mostrati per “adescare” acquirenti, fioroni di tartufo Scorzone ( Tuber Aestivum) la cui stagione di raccolta nella nostra nazione  è ancora chiusa

Ma da dove si approvvigionano?  Stando ad alcune fonti, dalla steppa boscosa dei monti Zagros.

La steppa-foresta del Kurdistan e degli Zagros è costituita soprattutto da alberi di latifoglie decidue o da arbusti con una fitta copertura di piante erbacee tipiche della steppa. Le cui specie dominante è la quercia .

Più a sud lungo la catena, la foresta si fa più rada e tra gli alberi si sviluppa una flora steppica più ricca. Le poche chiazze di foresta sono formate qui soprattutto da Quercus brantii, mentre fino ad un’altitudine di 2400 m predominano foreste xerofile di Quercus spp, biancospino, mandorlo, bagolaro  e pero. Al di sotto dei 1400 m, la vegetazione è quella tipica della steppa, con prevalenza di arbusti.