Cani Porci e… Porcospini da tartufi
Cani Porci e… Porcospini da tartufi
Cani Porci e… Porcospini da tartufi- Il cane è il miglior amico dell’uomo oltre che il miglior alleato (unico consentito) nel cercare tartufi. Ma come ormai è risaputo non è stato l’unico, di fatti venivano impiegati a tale scopo anche i maiali che essendone ghiotti li scovavano senza bisogno di addestramento, ma che diventati adulti vista la loro mole divenivano di difficile gestione e quindi sostituiti con esemplari più giovani prima di diventare anch’essi prosciutti e salami. Comunque non è solo il maiale a essere goloso di tartufi sono infatti molteplici gli animali selvatici che ne sono voraci. E’ il caso del porcospino tanto da meritarsi gli onori della cronaca come nel caso di un paio di anni fa a Capestrano (L’aquila). Di seguito una parte dell’articolo.
I roditori stanno distruggendo le tartufaie nella Valle del Tirino, a Capestrano.
“Queste sono le buche che gli istrici scavano sotto le reti elettro-saldate per entrare nelle tartufaie dove hanno già iniziato a mangiare i tartufi invernali provocando danni enormi – denuncia Alfonso D’Alfonso, imprenditore agricolo, esibendo alcune foto – Ormai è una lotta impari con selvatici non autoctoni che si fanno beffa sia delle recinzioni elettriche che di quelle in ferro interrate”.
“Non capisco perché si continui a proteggere fauna estranea al nostro territorio a danno delle specie sia vegetali che animali, ad esempio la trota fario predata da aironi e cormorani, compromettendo così la nostra presenza sulla terra dei nostri avi. Ormai non si tratta più di agricoltura ‘eroica’ ma di agricoltura ‘resistente’. Questo però comporta che ci si debba difendere….in tutti i modi per poter sopravvivere sul nostro territorio, difendere più che dagli animali dalla incapacità umana!”.
“Sia chiaro a tutti che non molliamo, in ballo c’è sia il nostro presente che il futuro dei figli!”, dice D’Alfonso
Conosciamolo meglio
L’istrice nota anche come istrice crestata o porcospino, è un roditore diffuso in Europa meridionale ed in Africa.
È una specie erbivora. La principale fonte di alimentazione sono la frutta, le radici, i bulbi e le cortecce. per questo motivo molto temuti dalle aziende agricole e dai tartuficoltori. Va sottolineato che è Roditore di grandi dimensioni che può raggiungere il peso di 20kg.
È una specie terricola e notturna, sebbene in cattività risulti essere attiva anche di giorno. Durante le ore diurne si rifugia nelle grotte, nelle buche sotto gli alberi o in tane abbandonate di altri animali e nei crepacci rocciosi. Non scava le proprie tane.
La locomozione è una camminata o un lento trotterellare e, a causa delle sue grandi dimensioni, non è in grado di arrampicarsi. Quando impaurita o minacciata la cresta e gli aculei si drizzano, facendo sembrare l’animale più grande di quanto non lo sia, e gli aculei della coda sono agitati provocando un tintinnio. Se in pericolo l’animale si muove lateralmente o all’indietro con le punte degli aculei erette verso l’aggressore. Se realmente provocato da un potenziale predatore l’individuo carica all’indietro con gli aculei della groppa, lasciandone qualcuno infilzato nella pelle dell’aggressore, provocando talvolta gravi ferite. Questo comportamento e l’affilatezza dei suoi aculei fornisce all’istrice un meccanismo difensivo veramente efficace anche contro potenziali predatori come il leone.
Ci sono diverse segnalazioni di istrici che raccolgono e masticano ossa, con le loro tane talvolta riempite di esse. Questa abitudine si pensa essere associata al rivestimento e all’affilamento degli incisivi, forse con il beneficio di fornire una risorsa aggiuntiva di calcio e minerali.
Sono animali sociali e gregari. Le secrezioni prodotte dalle ghiandole anali sono utilizzate per marcare il territorio e per indicare la presenza dell’individuo, i suoni vocali sono utilizzati per l’interazione maschio-femmina e per avvisare i conspecifici di eventuali pericoli o durante incontri aggressivi. Durante la corte il maschio avvicina la femmina utilizzando un’andatura bipede e poi la monta. La femmina sollecita la copulazione attraverso l’esibizione della coda sulla groppa. Diversi individui possono rifugiarsi insieme nella stessa tana.