La barbarie dei cani reclusi: l’articolo diffamatorio contro Tartufai e Cacciatori
La barbarie dei cani reclusi – E’ stato un articolo comparso su “Il resto del Carlino” edizione di Pesaro, dello scorso 23 luglio, ad innescare la polemica. Vi riportiamo i punti più salienti
ci sono certi galantuomini che usano i cani come se fossero soprammobili, o macchine in garage, da tirare fuori (dalla gabbia) pochissime volte all’anno. In genere è per la caccia o la cerca dei tartufi. Risultato: quei cani escono dalle gabbie solo quando il padrone va a caccia o a tartufi, quindi solo quando fa comodo a lui. Se no? Reclusi. A volte 24 ore al giorno, per settimane, mesi. Estate o inverno, con 40 gradi (come in questi giorni) o 2 o 3 sottozero, chi se ne frega. Non vede i suoi simili? Chi se ne frega. Non vede il padrone? Chi se ne frega. Passa quasi 24 ore al giorno a girare su se stesso in gabbia (se regolare, di 8 mq, ma spesso sono più piccole), a ululare, perché la solitudine lo devasta? Chi se ne frega. Questi cani non vivono, sopravvivono. Ci si potrebbe chiedere che cosa (certi cacciatori o tartufai, ovviamente non tutti) li prendono a fare, se poi devono trattarli in quel modo. ( l’articolo completo a questo LINK)
Sulla vicenda è prontamente intervenuta la Federcaccia pesarese che con una lettera ha invitato la redazione e l’articolista al rispetto delle categorie prese di mira e di conseguenza ad un comportamento deontologico professionale poichè si è trattato di un articolo scritto in maniera subdola e schierata. Tacciono, invece, almeno per il momento, Asso Tartufai e FNATI
Di seguito un anteprima della lettera in oggetto
gregio Direttore,
a una prima e magari un po’ superficiale lettura è difficile non concordare con l’articolo a firma Alessandro Mazzanti pubblicata giorni fa nella cronaca di Pesaro dell’edizione de “Il Resto del Carlino”, intitolata “La barbarie dei cani reclusi”. A una più attenta riflessione emerge però come il suo scritto pecchi di parzialità, attribuendo a due ben precise categorie di cittadini una serie di comportamenti che sono invece purtroppo diffusi fra tutti i proprietari di cani, indipendentemente dalla loro funzione.
Le categorie citate non sono esenti da questi comportamenti, vero, ma costituiscono una eccezione condannata con forza dagli altri appartenenti alle stesse. E poi, non è certo una scelta saggi a per un cinofilo, cacciatore o tartufaio che sia, trascurare il benessere del proprio ausiliare. Un cane in perfetta forma fisica e psichica è fondamentale nell’attività in cui viene impiegato, perciò ogni proprietario cura l’esercizio fisico del proprio cane facendolo uscire almeno una volta, ma c’è chi lo fa anche due tre volte a settimana, quando l’attività venatoria è chiusa e, la legge proibisce di portare in campagna e far correre gli ausiliari. Per questo esistono, e nella nostra provincia siano in buon numero, le “zone addestramento cani”, le cosiddette Zac, sempre più invocate dai nostri tesserati e dai cacciatori in genere per tenere in forma i propri ausiliari senza rischiare multe salate. ( L’articolo completo a questo LINK)