Ladro o Tartufaio?

Ladro o Tartufaio?

Ladro o Tartufaio? –  “Trovo le accuse di furto di tartufi, per quanto riguarda la presunta tartufaia sita a Levizzano di Baiso totalmente infondate”.

È così che esordisce il presidente dell’Associazione tartufai reggiani Costi Lino, in merito alla notizia trafilata su tutti i giornali locali e non solo riguardate il “furto di Tartufi” nel baisano. Continua:

“Il Tartufo al suo attuale status giuridico è un prodotto del sottobosco definito res nullis ossia ‘cosa di nessuno’, o ‘di chi lo trova’.

L’unico modo per avvalersi del diritto di proprietà di questo prezioso fungo è costituendo una tartufaia coltivata o controllata come previsto dalla legge quadro 752/85 e a quanto mi risulta questo caso non rientra nelle condizioni per avvalersi di questo diritto”.

“L’articolo 3 della legge quadro nazionale 752/85 stabilisce che la raccolta e la ricerca può essere praticata liberamente (previo il rilascio di un apposito tesserino e il pagamento di una tassa annuale presso la regione  di residenza) nei boschi e nei terreni non coltivati, sempre ad eccezione di tartufaie coltivate (impianti ex-novi) e tartufaie controllate dove i conduttori o i proprietari hanno il diritto di riservarsi la raccolta e la proprietà di esso. Ma in entrambi i casi c’è un iter da seguire per avere questi riconoscimenti come previsto dalla legge quadro, e inoltre devono essere segnalate con apposite tabelle rilasciate dalla regione, le quali devono essere posizionate secondo direttive precise in modo da essere visibili una dall’altra e avere un’altezza da terra minima.

Secondo il mio parere il malcapitato tartufaio non ha rubato nulla in quanto legalmente i tartufi di quel terreno non sono di proprietà della signora, detto ciò, non toglie il fatto che è entrato in una proprietà privata recintata senza nessun permesso, facendo una violazione di proprietà privata”.

Prosegue Costi:

“Purtroppo negli ultimi anni sono sempre più presenti queste recinzioni dentro i boschi o prati non coltivati, dove con la scusa che ‘nel mio faccio ciò che mi pare’, la maggior parte delle volte sono le prime ad essere irregolari, dichiarando di essere fondi adibiti a pascoli di bovini o pollai, quando invece il loro reale scopo è un altro. Nel comune di Baiso non risulta essere l’unico caso di questo tipo. Certo, chiunque può fare un fondo chiuso, rispettando i requisiti previsti dalla legge, ma il diritto di proprietà sul tartufo è un’altra cosa. Detto ciò ritengo inutile stimare cifre di danni subiti visto che il tartufo non è prettamente di proprietà della Signora ma è di chi lo trova.

Tra l’altro dubito sulla legalità di avvalersi di foto o video di una foto-trappola se l’area non viene segnalata da gli appositi cartelli di avviso di area videosorvegliata e se sprovvista delle concessioni previste dalla legge (violazione sulla Privacy).

Mi piacerebbe chiedere alla proprietaria del fondo, visto che è una rinomata tartufaia che pratica la raccolta non solo nella sua proprietà, ma anche in proprietà altrui, cosa penserebbe se si trovasse delle recinzioni simili anche nei boschi di proprietà altrui come ha fatto lei?  Purtroppo veniamo da un po’ più lontano che la signora come storia, confrontandoci con altre associazioni di varie regioni d’Italia e conoscendo realtà diverse, sappiamo benissimo le problematiche che emergono in queste situazioni.

Voglio precisare che non sto e non voglio prendere le parti di nessuno, sto solo dando il mio parere conoscendo la materia di discussione ‘forse’ un po’ meglio di altri”.

Fonte: redacon