Poesia in dialetto piemontese del 1975
Poesia in dialetto piemontese del 1975
Poesia in dialetto piemontese del 1975 – Qui di seguito riportiamo una poesia tratta dal libro la Trifola del 1975. Dedicata al cane da tartufi Scritta da G.B Vigo – O. Gallina e attualmente in possesso della biblioteca Beppe Fenoglio .
MARCIA, TABOI!
La pian-a ch’a fa ël gran l’è ben per Trifole;
e vìa dal masengh e da l’erbassa,
ven vìa dal cimmis e da J’ortìe,
ven vìa d’ant j’aivè dove la brin-a,
fin-a a sol sota, a fa bianca la tëppa.
Gira al largh de la pere dle ca rote,
daj buscasson ‘ d roej che a fan le more:
dosse le neire e brusche cole rosse,
e sota sota tra l’ erbassa a stërmo
minaciose per ti, per tó Taboi,
le bisse velenose…
G.B Vigo – O. Gallina, LA TRIFOLA 1975
Traduzione a cura di Lorenzo Trombetta:
La piana (intesa come piano) dove cresce il grano non è buono (inteso come condizione della terra) per i tartufi;
Lontano dal masengo e dalle erbacce, vieni via dalle cime (intese come spuntoni) e dalle ortiche, vieni via (ovvero non andare) dove brina (o dove c’è la brina) fino a quando il sole non sorge, e fa bianca la terra (terra intesa bianca dalla brina, e dal colore stesso della terra -teppa).
Gira lontano dalle pietre delle case rotte (i ruderi, i Casolari di campagna) e dai bisconi (tipico modo d dire i rovi) che producono le more: dove le nere u brusche con le rosse (intese, ma non ne sono sicuro, il tipico rovo d bacche nere e rosse presente nei boschi) ove sotto, tra le
erbacce, nascoste (mimetizzate, in tana) sono minacciose per te (tartufaio) e per il tuo tabui (cane da tartufi) le biscie velenose (tipico serpente piemontese).