Proiettili sulle tabelle di una tartufaia gestita, gli investigatori dubitano sul movente
Ne avevamo dato notizia proprio qualche settimana fa, della tartufaia gestita dall’associazione Liberi Tartufai di Ovada, comune di 10 875 abitanti della provincia di Alessandria, in Piemonte. In quell’occasione nella medesima era stato posto un teschio di un animale selvatico.
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A distanza di una manciata di giorni la storia si ripete, ma questa volta ne fanno scempio crivellandola di proiettili. Anche in questa occasione a darne comunicazione è il quotidiano ” La stampa” che titola: Spari sulla tartufaia: “Prima i teschi, ora le pallottole”
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I timori per i cani
L’associazione da tempo ha installato nella tartufaia una serie di foto trappole per riprendere gli animali ma in questo caso sono state molto utili per dare un nome e un volto alla persona. «Le immagini – dice ancora il presidente – ci hanno permesso di riconoscere la sua auto quando martedì è arrivato a Montaldeo e poi ha fatto quel che ha fatto. Lo stesso giorno, alcuni nostri soci sono stati sul posto alle 11 ed era tutto a posto, poi altri sono tornati alle 16, scoprendo la tabella danneggiata dalle fucilate». Ora il timore di Cavanna è che questa persona, o altre contrarie alle tartufaie gestite, possano reagire in un modo purtroppo consueto nel mondo dei tartufi e della caccia: «Speriamo che nessuno faccia stupidaggini come diffondere bocconi avvelenati. I cani non c’entrano nulla in questa storia». E nemmeno tutti gli altri animali che popolano il bosco.
Il dubbio degli investigatori nasce dal fatto che, stando alle loro fonti, una tartufaia gestita è comunque accessibile ai tartufai che hanno regolare permesso di raccolta. Quindi non essendoci il movente le piste sono essenzialmente due: O chi sta perpetuando queste intimidazione ignora quanto detto o viceversa, non potendosi riservare la raccolta c è chi ha tutto l’interesse che quel posto abbia la nomea di territorio rischioso ove cercare tartufi.